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Essere donna è un fatto, nel senso in cui Hannah Arendt nominava la nudità e irrevocabilità di ciò che è, di ciò che accade e che non è in potere dell'agire umano di cambiare. La nascita è per Hannah Arendt il prototipo della nudità di ciò che è, in quanto incarna l'accadere nel suo aspetto di miracolo, di irruzione del nuovo, dell'imprevisto nella regolarità dei processi naturali e insieme attesta la durata, la persistenza e preesistenza di un mondo senza la cui accoglienza e ospitalità ogni novità sarebbe scaraventata nel vuoto e destinata a naufragare.